
Il mandolino barocco napoletano
Gran parte della musica pervenuta, scritta per mandolino del XVIII secolo, fu composta per il prototipo di mandolino a quattro cori. Diversi furono gli strumenti costruiti a quattro ordini[1] incluso il mandolino conosciuto nel gergo comune come "barocco napoletano".[i] L'appellativo mandolino napoletano è stato usato per la prima volta dal musicista, compositore bresciano, Bartolomeo Bortolazzi (1772 - 1820)[2] nel suo metodo per mandolino nel 1802.[ii] Questo modello di mandolino è costituito da quattro cori doppi accordati per quinte, come il violino (mi - la - re - sol) e le corde sono pizzicate con l'ausilio di un plettro.[iii]
Compositori in Francia, Boemia e nell'Italia Settentrionale, così come i compositori napoletani, scrissero per questa tipologia di strumento che divenne popolare presto in tutta Europa. In particolare, è presente una notevole lista di compositori napoletani quali: Cecere, Gaudioso, Cauciello, Giuliano, Lecce, Barbella, Cedronio[iv] ma anche di compositori esteri di chiara fama come Johann Nepomuk Hummel (1778 - 1837) e L. v. Beethoven.[v]
L. v. Beethoven scrisse le sue Sonatine per mandolino e clavicembalo a Praga. In questo contesto il mandolino non ottenne mai la popolarità che guadagnò altrove, ma si assicurò comunque qualche riconoscimento e acquisì numerosi repertori importanti. Infatti anche il celebre compositore Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791) compose l'aria, "Deh vieni alla finestra" del Don Giovanni con accompagnamento del mandolino proprio in questa città.[vi]
The Metropolitan Museum of Art, New York Il Museo Narodny di Praga, ha al suo interno una grande collezione di musica composta per mandolino compresa una considerevole quantità di musica da camera. Tra i compositori rappresentanti vi sono Padre Bernardo Arauhal, che scrisse sei quartetti per mandolino, violino, viola e mandoloncello e Jan Ladislas Dussik (1760 - 1812), che compose due quartetti per la medesima formazione.[vii] Si presume che questa musica sia stata suonata e composta proprio per un mandolino a 4 cori. Liutai a Praga, come Charles Joseph Hellmer e Joseph Antoine Lask realizzarono copie dei mandolini italiani, inoltre, in quel periodo, furono realizzati altri strumenti molto simili per forma e struttura alla tipologia di mandolino napoletano.[viii]
[1] Diversi sono i mandolini accordati a 4 cori doppi o semplici, come ad esempio il mandolino bresciano o cremonese.
[2] Compositore e mandolinista nato a Toscolano, oggi Toscolano Maderno, in provincia di Brescia. A lui il compositore J. N. Hummel dedicò il concerto per mandolino e orchestra in sol maggiore oggi conservato presso il British Museum.
[i] Immagine tratta da: https://www.metmuseum.org/art/collection/search/500553, data ultima consultazione: 05/01/2018.
[ii] S. Morey, "Mandolins of the 18th Century" Editrice Turris, Cremona 1993, p. 85.
[iii] J. Yorke, "Catalogue of Musical Instruments in the Victoria and Albert Museum", V&A Publications, 1998, p. 37.
[iv] S. Morey, "Mandolins of the 18th Century", cit., p. 89.
[v] J. Tayler e P. Sparks, "The Mandolin: Its Structure and Performance (Sixteenth to Twentieth Centuries)", in "Performance Practice Review", n. 2 Fall, Vol. 9, 1996, p. 170.
[vi] R. Jackson "Performance Practice: A Dictionary-Guide for Musicians - a dictionary-guide for musicians", Routledge, New York and London 2005, p. 239.
[vii] P. Sparks, "A history of the neapolitan mandoline from its origins until the early nineteenth century, with a thematic index of published and manuscript music for the instrument, Volume I", cit., pp. 53, 54, 55.[viii] S. Morey, "Mandolins of the 18th Century", cit., p. 121.