Leopold Antonin Kozeluch (1747 - 1818)
La Sinfonia Concertante in Mi b Maggiore
Compositore, pianista ed editore nasce a Velvary in Boemia. Intraprende gli studi musicali a Praga inizialmente con il cugino, Johann Antonin Kozeluch e in seguito con il compositore Franz Xaver Dušek. Nella capitale Ceca studia giurisprudenza e contemporaneamente si dedica alla composizione per pianoforte. Nel 1774 cambia nome da Jan Antonin Kozeluch in Leopold per distinguersi dal cugino omonimo. Nel 1778 si trasferisce a Vienna e in poco tempo ottiene riconoscimenti come eccellente pianista e egregio didatta. Richiesto dagli Asburgo e dalla nobiltà viennese si assicura l'incarico d'insegnante di musica dell'arciduchessa Elisabetta, figlia di Maria Teresa d'Austria. Qui compone maggiormente sinfonie, concerti e opere vocali. Raggiunta una buona posizione economica, nel 1785 fonda la casa editrice "Musikalisches Magazin". In questo periodo instaura rapporti con molti editori europei, in particolare con George Thomson a Edimburgo. Per i colleghi editori scrive molti arrangiamenti di canti popolari. Nel 1792, accetta gli incarichi di compositore di corte e Maestro dell'Orchestra Reale su richiesta dell'imperatore Francesco II. Occupa queste funzioni fino alla sua morte avvenuta nel 1818.
Leopold Kozeluch ha composto circa 400 lavori tra sinfonie, concerti per fortepiano, per clarinetto, quartetti per archi e sonate per violino oltre a musica liturgica e musica per balletti.
Considerato compositore di transizione e da sempre poco eseguito dai musicisti e studiato dagli storici, le sue opere sono in uno stile che spazia da quello preclassico a quello tipicamente viennese, fino a non tralasciare evidenti accenni al romanticismo. E' stato acclamato dai musicisti dilettanti per i suoi lavori ma criticato dagli intenditori per essersi concentrato troppo sulla semplicità compositiva, tralasciando l'originalità artistica. Nell'ultimo decennio della sua vita si è dedicato principalmente all'insegnamento e al lavoro presso il tribunale.
Nel 1964 a Praga fu pubblicato per opera dello studioso Milan Poštolka il catalogo tematico delle sue opere dal titolo "Leopold Koželuh: život a dílo".
Contemporaneo a compositori ad oggi ben più noti nel panorama musicale internazionale, Kozeluch è riuscito ad ottenere, a dispetto delle critiche, una posizione sociale ed economica di tutto rilievo nella Vienna classica. Nonostante le critiche e la rivalità con il giovane prodigio musicale Wolfgang Amadeus Mozart, ha stabilito buoni rapporti con Joseph Haydn, tanto da collaborare con lui nella realizzazione dei "Rondeau Scozzesi" per pianoforte.
Dal "padre della sinfonia", il compositore boemo ha trovato l'ispirazione per elaborare e comporre la "Sinfonia Concertante in Mi bemolle Maggiore", per Mandolino, Tromba, Contrabbasso, Pianoforte e orchestra, composta nel 1798.
Nel 1796 Joseph Haydn ha composto il "Concerto in Mi bemolle Maggiore" per Tromba e orchestra scritta per il virtuoso alla corte di Vienna Anton Weidinger.
Questi aveva da poco inventato una tromba detta "a chiavi" o "organizzata" che rispecchiava maggiormente le esigenze compositive emerse in quegli anni.
La "nuova tromba", ha affascinato svariati compositori dell'epoca tra i quali, Johann Nepomuk Hummel che ha scritto, nel 1803, il "Concerto in Mi Maggiore" per Tromba. La prima esecuzione della Sinfonia Concertante fu nel Dicembre nel 1798 presso il Teatro Nazionale Hof.
Ma perché la scelta, nell'insolito organico, del mandolino?
Le possibilità di conoscere il suddetto strumento e le sue peculiarità in questa fase storica sono innumerevoli. Nei secoli compresi tra il XVII e il XIX, Vienna ha rappresentato il centro musicale e culturale europeo per eccellenza. Infatti, luogo di attrazione per i più grandi compositori e musicisti, la capitale austriaca ha attirato anche l'interesse del compositore e mandolinista Bartolomeo Bortolazzi.
Considerato come il promotore della diffusione del mandolino a Vienna e nei paesi di influenza tedesca, nel giro di poco il bresciano divenne particolarmente noto e acclamato dalla popolazione, entusiasta della sua musica e affascinata dal suono del suo strumento. Probabilmente proprio qui, Leopold Kozeluch ha avuto contatti il compositore.
In quegli stessi anni il mandolino, è stato uno strumento particolarmente apprezzato anche dalle giovani nobil donne. Infatti, la musica apparteneva all'insieme di attività educative dedite alle fanciulle. Durante gli intrattenimenti a palazzo e le riunioni familiari era frequente che le giovinette esibissero le loro abilità artistiche e musicali. Considerati gli assidui contatti di Kozeluch con famiglie della nobiltà, l'ipotesi che abbia ascoltato il suono dello strumento proprio in questi momenti di svago, non è da escludere. Alla stregua dei suoi contemporanei, come il genio e tormentato Ludwig van Beethoven o il meno noto Vincent Neuling, il compositore boemo ha potuto inserire nella "Sinfonia" il mandolino ispirato da una o più esecutrici.
Come accennato in biografia, Kozeluch è stato particolarmente acclamato dai musicisti dilettanti, per i quali ha scritto svariate composizioni. Il mandolino è stato suonato e amato anche da quest'ultimi che a loro volta avrebbero potuto dargli l'ispirazione per il suo utilizzo da solista nella "sinfonia".
Il manoscritto autografo ad oggi è conservato a Vienna presso la Österreichische Nationalbibliothek. La Sinfonia è suddivisa in tre movimenti, Allegro, Andantino con variazioni e Allegretto Finale.
Il primo movimento, insolitamente lungo considerata l'epoca, è caratterizzato da un'introduzione orchestrale seguita dall'entrata dei solisti. E' proprio il suono vigoroso della tromba che apre le porte al gioco esecutivo contraddistinto da uno scambio timbrico e d'intensità sonora tra le parti. Kozeluch presta molta attenzione a non far suonare insieme, ad eccezione di qualche accompagnamento, le parti solistiche. Il contrabbasso in questo contesto assume un ruolo molto cantabile.
Il secondo movimento, tempo delicato e scorrevole, è caratterizzato da un dialogo alternato tra il pianoforte e gli altri soli, rispettivamente mandolino, tromba e contrabbasso.
Se nelle variazioni l'orchestra si limita ad un semplice accompagnamento, nel tema e nella parte finale assume un ruolo più cantabile e rilevante insieme ai protagonisti. L'Allegro finale ha la classica forma di "Rondò" chiudendo la Sinfonia in modo brillante.